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Filippo Neri era di carattere amabile, dotato di una meravigliosa capacità di attirare gli uomini. Di origini fiorentine, arrivò a Roma nel 1534: la sua presenza incise sensibilmente sulla città e sulla vita della Chiesa, allora animata dallo spirito della Controriforma. Una fede che rifletteva la semplicità e la vitalità del cristianesimo delle origini, il canto, la musica, la passione per la storia della Chiesa, la celebrazione della messa, la preghiera, i pellegrinaggi, la carità fraterna, le gite fuori porta, i giochi, le discussioni e la vivacità scherzosa caratterizzarono la sua compagnia. Santo del popolo, umilissimo e arguto, mistico amante della vita, obbediente della Chiesa e promotore della laicità, punto di riferimento per moltissimi tra i poveri e gli sbandati così come tra i ricchi e i colti, entrò in rapporto con le maggiori personalità del suo tempo come Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Carlo e Federico Borromeo, Cesare Baronio, Camillo de Lellis. Dalle sue frequentazioni nacque l'esperienza viva e flessibile dell'Oratorio, diffusasi poi nel mondo. Morì il 26 maggio 1595. Fu proclamato santo il 16 marzo 1622.